Fascismo anno zero by Mimmo Franzinelli

Fascismo anno zero by Mimmo Franzinelli

autore:Mimmo Franzinelli [Franzinelli, Mimmo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852092374
editore: Mondadori
pubblicato: 2019-03-03T16:00:00+00:00


Sfogo rivelatore dell’impazienza con cui si attende la crisi del regime liberal-democratico. Mussolini disprezza parlamenti e parlamentari, mentre ammira la coerenza ideale del vecchio leader anarchico Errico Malatesta, di cui nel dicembre 1919 saluta con simpatia il rimpatrio dall’Inghilterra, dal ventennale esilio. Sbarcato a Genova, egli «ha detto cose che non debbono far piacere ai bolscevichi nostrani»,32 criticando sia il parlamentarismo borghese sia il leninismo sia le varie correnti del socialismo italiano. Siccome il giornale anarchico «Umanità Nova» rischia di interrompere le pubblicazioni per carenza di carta, il direttore de «Il Popolo d’Italia» invia un messaggero, ex militante libertario, che dice ad Armando Borghi: «Ho visto ora Mussolini e mi ha incaricato di dire a te o a Malatesta che al problema della carta può pensare lui, passando a voi parte delle bobine che gli vengono assegnate per il “Popolo d’Italia”». La disponibilità viene lasciata cadere per ragioni di principio, ma resta un interrogativo: «Che c’era sotto? Voleva Mussolini forse poter dire che dopo tutto fra noi e lui non c’era nessun abisso?».33

Mussolini è maestro nell’arte di spiazzare l’avversario. Quando lo si immagina sulla difensiva, attacca. È la strategia di chi sa adattare gli eventi quotidiani dentro la battaglia politica di lungo corso. A fine novembre cavalca lo sciopero generale proclamato dalla Camera del lavoro sindacalista di Parma, contrapposto a crumiraggi e tradimenti dei «socialisti ufficiali»;34 altra mossa demagogica è la richiesta all’amministrazione socialista milanese di requisire alloggi sfitti per le famiglie bisognose: «ci sono quasi TREMILA appartamenti disponibili, con quasi DIECIMILA camere».35 Un programma sgradito all’Associazione dei proprietari di case, proposto principalmente per creare difficoltà ai socialisti.

Con altrettanta disinvoltura, il Mussolini sovversivo-nazionalista saluta il generale Caviglia, giunto a Milano quale nuovo comandante d’Armata: «condottiero valoroso e sapiente organizzatore, oltre che uomo di cuore».36 Lo considera un potenziale alleato nella guerra al nemico interno (Caviglia dichiarerà in Senato il 5 dicembre 1924: «Io sono favorevole alle idee originarie del fascismo, che sono le idee dei combattenti di tutti i partiti»).

Mentre ripropone in pubblico posizioni eversive, frequenta in privato imprenditori che lo considerano una risorsa. A fine anno il pioniere dell’industria elettrica Ettore Conti e il finanziere Giuseppe Volpi lo convincono a unirsi alla missione commerciale in Georgia e Armenia, che nel febbraio 1920 imposterà la penetrazione italiana nel Caucaso. Politica estera e prospettive affaristiche si fondono in progetti ambiziosi, rivelatori della sintonia con i protagonisti dell’economia nazionale. Ma Mussolini si sfila inaspettatamente, deludendo Conti: «È un vero peccato che all’ultimo momento mi abbia fatto faux bond: mi avrebbe interessato enormemente ed anche, come abile propagandista, aiutato, durante e dopo la missione».37 A farlo tornare sui suoi passi è il timore di compromettersi, partecipando alla missione internazionale patrocinata da Nitti.

I rapporti con Conti appartengono alle interlocuzioni con agguerriti gruppi finanziari, che consentono a fine 1919 di programmare il potenziamento de «Il Popolo d’Italia», nell’impegnativo programma editoriale e immobiliare che nel 1920 garantirà una nuova sede e una moderna tipografia, trasformandolo in «grande giornale di idee e di informazioni».38

A dicembre il quotidiano



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